Blockchain e criptovalute, ci possiamo veramente permettere di ignorarle?
Quando si parla di criptovalute si inciampa in due concetti non sempre troppo chiari: Bitcoin e Blockchain. Se il primo termine è entrato ormai a far parte del linguaggio comune e indica la valuta digitale più nota e affermata, per quanto riguarda la Blockchain non c’è ancora una consapevolezza tale da renderla un concetto di uso popolare. Tuttavia si avvia a diventare uno strumento di fondamentale importanza per il business.
A confermarlo sono i dati dell’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger 2021 che mostrano come il mercato della blockchain va maturando. Le aziende stanno lavorando alla costruzione di ecosistemi per usufruire di nuove opportunità e applicazioni di business.
Ma perché la blockchain è una tecnologia destinata a diventare sempre più importante per le imprese di piccole e grandi dimensioni?
Uno strumento veloce e digitale. “Chi ha tempo non aspetti tempo”. Mai questo detto fu più vero specialmente per chi fa business. La blockchain è veloce perché non c’è nessun ente che deve verificarne la congruità o la validità ma questa avviene per consenso del network. E poi è completamente digitale. Le transazioni inserite nella catena possono riguardare qualsiasi asset, qualsiasi diritto o contenitore di valore e informazione.
Una tecnologia sicura e attendibile. E’ necessario specificare che grazie al processo di crittografia, non si possono modificare blocchi già inseriti nella catena. Questo significa che i dati salvati sono sicuri e non manipolabili. I blocchi, infatti, vengono aggiunti alla catena secondo un preciso ordine cronologico che impedisce l’insorgere di contestazioni sull’esecuzione.
Alta affidabilità. Le sue caratteristiche tecniche impediscono qualsiasi perdita di dati o danneggiamento. Se anche uno dei nodi di salvataggio della catena si dovesse danneggiare, gli altri continuerebbero a funzionare tenendo stabile la catena, senza la perdita di dati.
Insomma, si tratta di un mondo che non ci possiamo più permettere di ignorare. Basti pensare che persino Amazon Web Service, il colosso del Cloud Computing, è alla ricerca di figura professionale in grado di “stravolgere il modo in cui si scambiano gli asset digitali”.
E’ bastato un banale annuncio di lavoro: l’ufficio di New York di AWS è alla ricerca di uno specialista di servizi finanziari che “comprenda l’ecosistema generale delle criptovalute e degli asset digitali”, con esperienza nella tecnologia blockchain e registri distribuiti. “Nice to have”: sette anni di esperienza nello sviluppo del business dei servizi finanziari “con esposizione alle tecnologie dei registri distribuiti e blockchain”.
Si legge nell’annuncio: “Lavorando fianco a fianco con i nostri team di vendita, architetti di soluzioni, ISV e integratori di sistemi, contribuirai a fornire le soluzioni che spostano i clienti verso la sottoscrizione di asset digitali end-to-end, l’elaborazione delle transazioni e la custodia nel Cloud”.
Il Cloud Computing come modello di business virtuoso è perfettamente in grado di supportare questa tecnologia. Basti pensare a Coinbase, il più grande portafoglio bitcoin al mondo e il primo scambio bitcoin regolamentato negli Stati Uniti. Si tratta di una società con sede a San Francisco che supporta 3 milioni di utenti globali, facilita le transazioni bitcoin in 190 paesi e gli scambi tra bitcoin e valute flat in 26 paesi.
“In tre anni, la nostra base di portafogli bitcoin è cresciuta da zero a più di 3 milioni. Siamo stati in grado di guidare questa crescita – ha detto Rob Witoff, direttore di Coinbase – fornendo un servizio di portafoglio rapido e globale, che non sarebbe stato possibile senza AWS”.
Che dire invece del caso di Crypto.com? La società è stata fondata nel 2016 come una potente alternativa ai servizi finanziari tradizionali. Ha sede a Hong Kong e serve oltre 5 milioni di clienti in tutto il mondo, si tratta del primo provider di criptovalute a ottenere la certificazione ISO 27001 e ISO 27701. È inoltre conforme al livello 1 dello standard Payment Card Industry Data Security Standard, che è il livello di conformità più elevato.
Il suo primo prodotto sul cloud Amazon Web Services è stato lanciato nel 2018. Il motivo? La sicurezza e il forte controllo sulla privacy. “AWS ha un forte impegno per la sicurezza con buone funzionalità di crittografia per i dati inattivi e in transito”, ha detto il CIO di Crypto.com Matthew Chan.
Infine c’è Fantom, una società che gestisce una piattaforma blockchain pubblica open source per la fornitura di servizi di contabilità a individui e imprese che cercano sicurezza, tracciabilità e veridicità. Per Fantom Amazon Web Services è una piattaforma stabile, sicura e veloce in grado di servire meglio un’ampia gamma di utenti privati e acquisire nuovi utenti aziendali nei settori finanziario e pubblico.
“Rispetto ad altri provider e servizi Cloud – ha dichiarato il CTO di Fantom, Quan Nguyen – abbiamo riscontrato che AWS Cloud, e Amazon EC2 in particolare, sono i più affidabili, stabili e sicuri. Abbiamo raccomandato attivamente questo servizio ai nostri membri da quando la piattaforma è stata lanciata per la prima volta a dicembre 2019”.